meridione

L'università italiana a due velocità

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Intervista a Gianfranco Viesti a cura di Redazione di Antudo.info
Sebbene le prime iniziative siano ascrivibili a un governo di centrodestra, la politica universitaria è stata sostanzialmente identica per tutti i governi che si sono susseguiti - quanto meno fino al governo Gentiloni, che ha dato qualche segno in direzione diversa. Ed è stata [la politica universitaria, ndr] accompagnata da un’iniziativa piuttosto forte di ambienti politico-culturali prevalentemente del Nord e prevalentemente milanesi, volta a ristrutturare fortemente il sistema universitario italiano. Soprattutto, a concentrare le risorse disponibili su quelle che essi stessi auto-definivano «la parte di maggiore qualità del sistema universitario», le «università di eccellenza», in modo da poterle mettere in grado di competere con le altre università europee.

Restare per sovvertire

individui
Una riflessione della redazione di Antudo.info sul contro esodo degli studenti meridionali
Guardando da lontano i treni stracolmi in partenza da Milano centrale, dopo l’annuncio del lockdown in Lombardia, ci siamo resi conto che stava succedendo qualcosa di straordinario. Migliaia di meridionali, valigie alla mano, hanno percorso in controsenso la tratta migratoria che collega il Sud al Nord Italia. La gran parte dei vagoni erano carichi di studenti universitari: capitale umano in formazione nelle grandi fabbriche universitarie del Settentrione.

L’epidemia e il divario istituzionale fra centro e periferia

Contributo della redazione di Antudo.info su trasformazioni della forma-Stato e questione dei territori meridionali ai tempi della pandemia
L’epidemia è “precipitata” sulla questione istituzionale, sulla forma dello Stato, tanto quanto ha impattato e impatterà l’economia. Non si tratta solo di vedere se, come e quanto “lo stato di eccezione” che l’epidemia ha imposto durerà e modificherà la democrazia rappresentativa – nei fatti, la politica dei partiti sembra al momento “in quarantena”, mentre le decisioni sono sostanzialmente assunte dal Governo che decreta “in nome della nazione”. Si tratta invece di capire, nello specifico, come l’epidemia abbia modificato i termini della crisi istituzionale provocata dalla richiesta di “autonomia differenziata” di alcune regioni. Ci riferiamo al tentativo di trasformazione costituzionale portato avanti – secondo le proprie necessità – dai gruppi di potere egemoni in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, un vero e proprio decentramento di poteri, una regionalizzazione dello Stato.
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