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«Se chiudete le discoteche io non vado a scuola». Frammenti di lettura sulla composizione giovanile

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«La continuità fra le occupazioni nei licei e le vetrine di Gucci spaccate sta nel disagio che deriva dal trovarsi ai margini dei processi di valorizzazione». Marco Duò sulla composizione giovanile
«La continuità fra le occupazioni nei licei e le vetrine di Gucci spaccate sta nel disagio che deriva dal trovarsi ai margini dei processi di valorizzazione». Marco Duò, in questo articolo, affronta l’economia politica della condizione giovanile al tempo della “crisi di civiltà” sperimentata a partire dallo scoppio della pandemia. Non lo fa dal considerando “i giovani” in generale, come soggetto puramente demografico o generazionale a sé stante, ma quella parte della composizione di classe che in un momento temporale specifico incontra e si scontra con le forme della produzione e riproduzione sociale (scuola superiore e lavoro) oltre che con le varie forme di marginalità e separazione proprie dell'organizzazione dello spazio capitalista odierno.

A Scuola di Classe. Intervista ad un insegnante in un Istituto Professionale

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Intervista a cura di Città senza Centro - Perugia a E.A. insegnante dal 2005 in un Istituto Professionale di Perugia.
«A due anni dall’introduzione di questa riforma, la mia esperienza personale di insegnante di Italiano e Storia in un Istituto professionale è che gli esiti sono catastrofici: gli alunni denunciano difficoltà sempre più gravi nel leggere e comprendere un testo, peggio nel redigerne uno». Con queste parole E.A. insegnante di un Istituto professionale di Perugia, intervistato da Città senza Centro - Perugia, descrive lo spaventoso impoverimento della scuola pubblica provocato da un feroce processo di industrializzazione che la Dad ha solo accelerato. L’intervista si inserisce nella piccola inchiesta dedicata alla formazione che Commonware sta portando avanti.
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Della miseria dell’industria scolastica. Intervista a Gigi Roggero

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Intervista di Francesca Ioannilli a Gigi Roggero su aziendalizzazione, macchinizzazione, riproduzione e impoverimento delle capacità nella scuola

Nell’approfondimento sulle industrie della formazione abbiamo intervistato Gigi Roggero, autore di varie analisi sulle trasformazioni dell’università e da qualche anno insegnante di storia e filosofia nella provincia di Bologna. È questo, dunque, l’osservatorio da cui puoi condurre una riflessione sull’azienda scolastica. Da quando, esattamente?

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Conflitti e reazione nel mondo della didattica

Palmi
Intervista di Antonino Sciotto ad Alessandro Palmi, ex-docente nelle scuole superiori di II grado
Una discussione con Alessandro Palmi, ex docente nelle scuole superiori di secondo grado su Didattica a distanza durante il lockdown, riapertura delle scuole e ripresa dell'attività didattica in presenza.  Dopo aver ripercorso la genealogia delle trasformazioni che hanno interessato la scuola negli ultimi vent'anni, ci si è soffermati su alcune osservazioni attente ed estremamente lucide sulla Didattica a distanza. Come ce la aspettavamo, com'è stata e come sarà? Quali saranno le sue trasformazioni e i suoi potenziali nuovi utilizzi? Allo stesso tempo quale è stata l'autonomia degli insegnamenti nel processo educativo, quali sono stati e continuano ad essere i comportamenti di rifiuto e quali saranno i terreni di potenziale conflitto all'interno della scuola e fuori?
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Il segreto laboratorio della formazione

Pigeons
Intervista di Rocco De Angelis e Alessio Resenterra a Luca Perrone sulle trasformazioni del mondo della formazione negli ultimi anni, in particolare dopo la pandemia da Covid-19
Quali sono stati i cambiamenti più rilevanti che hai potuto constatare a partire dalla tua esperienza personale? Io insegno nella scuola media di Pinerolo, ai margini dell’impero, è un livello di istituzione in grossa crisi d’identità. Si pensava di eliminarla con la riforma Berlinguer e anche le recenti rilevazioni dell'Invalsi individuano un crollo nei risultati della scuola media, sintomo di una crisi dell’istruzione italiana. Mi ritrovo in una situazione marginale di una zona provinciale senza innovazione didattica come nelle grandi città. Dentro questa scuola sono un rappresentante sindacale e svolgo anche la funzione di responsabile organizzativo in chiaro conflitto d’interessi.
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La scuola italiana alla prova della DAD

Appunti a cura di Anna Curcio per un’inchiesta a caldo sulle prime settimane di didattica a distanza
Questi appunti (oltre riflettere un’esperienza vissuta in prima persona) si basano su una serie di scambi formali e informali con insegnanti di diverso ordine e grado, sulla lettura non sistematica di alcune riviste del settore e delle principali testate giornalistiche nazionali e su una discussione collettiva a mo’ di focus group (rigorosamente in remoto) con alcuni insegnanti tra loro differentemente posizionati in quanto a ruolo, anzianità e disciplina di insegnamento. Le parole di Emanuela, Alessandro, Giacomo, Francesco, Sarah e Giuliana (che per scelta non ho attribuito) tessono, in questo testo, la trama delle considerazioni sull’esperienza dell’insegnamento a distanza nell’emergenza. È una riflessione a caldo nel divenire dei processi.

Industria scolastica, telelavoro, e-learning

Un testo di Sarah Jones di analisi sull’e-learning
Mentre tra fanatici e detrattori avanza anche in Italia il telelavoro (meglio di smart-work visto che l’intelligenza, ciò che arricchisce, è umana e non delle macchine) e le scuole di ogni ordine e grado stanno provando a macchinizzare formazione e didattica, proponiamo un testo di Sarah Jones di analisi sull’e-learning. Scritto qualche anno fa con riferimento al contesto anglosassone, offre spunti importanti per riflettere sulle trasformazioni produttive e riproduttive che lo stato d’emergenza e di unità nazionale stanno in queste settimane introducendo nel nostro paese. Non si tratta infatti di discettare se l’allarme coronavirus sia più o meno gonfiato; si tratta invece di sapere che - lungi da qualsiasi fantasiosa ipotesi complottista - storicamente il capitale come sistema e i capitalisti in conflitto tra di loro si nutrono di crisi e cercano di utilizzarla per innovare le forme di sfruttamento. Conoscere le trasformazioni in atto è indispensabile tanto quanto non contrarre virus.