Recensione di Paolo Gerbaudo, Controllare e proteggere. Il ritorno dello Stato, Milano, Edizioni nottetempo, 2022 (ed. orig. The Great Recoil: Politics After Populism and Pandemic , Brooklyn, Verso Books, 2021)
Per Paolo Gerbaudo lo shift a cui stiamo assistendo ha, in realtà, radici e conseguenze ancora più profonde di quanto il panorama economico e finanziario lasci intravedere. Esso, infatti, non si sostanzia semplicemente nell’abbandono dell’austerità, ma si presenta piuttosto come un vero e proprio rilancio dello stato interventista come guida economica e soprattutto politica nella società. «Siamo tutti statalisti adesso», si può leggere in un articolo di «Foreign Policy» del marzo 2020.
Riprendiamo da kamomodena.noblogs.org questa densa recensione di A. Bonomi (a cura di), "Oltre le mura dell’impresa. Vivere, abitare, lavorare nelle piattaforme territoriali", DeriveApprodi, Roma, 2021.
Recensione di Filippo Borreani a Davide Vender, Piccola borghesia tra socialismo e fascismo, Odradek, Roma 2021
Se invece all’inizio della sua storia il fascismo cambiò così velocemente da movimento pseudorivoluzionario a regime difensore dell’ordine costituito, è anche perché espressione di un’ambivalenza intrinseca al comportamento di questi ceti spuri: sovversivi e conservatori allo stesso tempo, bonaccioni e popolareschi da una parte, violenti ed autoritari dall’altra.
Erica Fontana recensisce Una donna promettente, Due estranei e I May Destroy You
Quando film che pretendono di criticare lo status quo vincono agli Oscar, significa che c'è qualcosa sotto. Significa anche che dovremmo vederli.
Il frustrante lavoro di guardare questi film ci dirà poco o niente sulle lotte che pretendono di rappresentare, ma ci darà molti indizi sul modo in cui quelle stesse lotte vengono riassorbite e risignificate. Se non avete ancora visto Una donna promettente e Due estranei non preoccupatevi, ho fatto il duro lavoro per voi per mostrarvi che, nonostante tutti i discorsi emotivi degli Oscar, questi film rafforzino esattamente ciò che pretendono di criticare.
Nicola Baldi recensisce "Crocevia di punti morti. Quattro anime nel pozzo" (effequ 2020), primo romanzo di Matteo Grilli.
“Crocevia di punti morti” di Matteo Grilli (effequ 2020) è un romanzo che fa qualcosa di assurdo: racconta una storia che pur essendo weird ha in qualche modo i piedi ben piantati nella realtà quotidiana della generazione di cui facciamo parte. Impossibilità di fuga dalla provincia, aspettative e promesse annegate nel precariato lavorativo ed esistenziale, esperienza depressiva che il futuro sia già finito sono solo alcuni degli elementi che l’autore affronta, anche attraverso una sperimentazione linguistica mutuata dalla cultura internet dello shitposting.
Recensione di Gigi Roggero a «Lenin. La formazione di un rivoluzionario (1870-1904)»
Nei mesi scorsi è uscito il primo volume del progetto biografico su Lenin di Guido Carpi. In questa recensione Gigi Roggero sostiene che il sottotitolo, “La formazione di un rivoluzionario (1870-1904)”, oltre a indicare il periodo su cui il libro si concentra, può essere inteso in un doppio senso: quello più strettamente biografico, come fa l’autore, o quello più complessivo, in quanto processo di soggettivazione di una nuova figura di militante rivoluzionario. Nel complesso, si tratta di un testo e di un progetto utili per ripercorrere e «reincarnare» la misteriosa curva della retta leniniana senza cadere nella stucchevole agiografia del marxismo-leninismo o nella rimozione del rivoluzionario maledetto sia a destra sia a sinistra.
Recensione di Luca Perrone al libro del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, "Nello specchio della scuola" (il Mulino 2020).
"Nello specchio della scuola" è un testo di carattere divulgativo edito da il Mulino nell'ottobre 2020 nella collana "Voci", e che potrebbe essere considerato come uno dei tanti contributi sulla crisi della scuola italiana, se non fosse per il suo autore, Patrizio Bianchi, neoministro dell'Istruzione del governo Draghi. Bianchi, come noto, è un economista, è stato Rettore dell’Università di Ferrara fino al 2010 e Assessore alle politiche europee per lo sviluppo, scuola, formazione, ricerca, università e lavoro della Regione Emilia-Romagna, e in questo ruolo nel 2010-12 ha progettato e realizzato la riforma della formazione professionale regionale, suo cavallo di battaglia. Dal gennaio 2020 è stato direttore scientifico della Fondazione Internazionale Big Data e Intelligenza Artificiale per lo Sviluppo Umano. Ha fatto parte del gruppo di lavoro per la gestione della ripartenza scolastica nell'ambito della pandemia Covid voluto dal precedente ministro Azzolina. Nel 2018 ha inoltre pubblicato il libro "4.0. La nuova rivoluzione industriale". Un curriculum di tutto rispetto che forse non ne fa il rappresentante apicale del capitalista collettivo, ma che va ben al di là della ingenerosa maschera di Crozza. "Nello specchio della scuola" vale la pena di essere letto e discusso, e ha un interesse specifico per noi.
Recensione a Anna Wiener, «La valle oscura» (Adelphi Edizioni 2020). Di Julia Page.
Del libro di Anna Wiener La valle oscura (Adelphi, 2020) si è parlato tanto e soprattutto si è parlato male. Ma si sa: di un libro o di un film non ci è mai interessato analizzare la trama o le scelte stilistiche, quanto gli spunti e le suggestioni. E in questo senso, il libro di Anna Wiener ci parla di identità, di nodi irrisolti nella questione di genere, di aspirazioni altoborghesi e del fallimento della formazione umanistica. In una parola, ci parla dei trentenni (poco più, poco meno). E leggendolo viene spontaneo chiedersi: come siamo finiti, dopo svariate lauree e master strapagati, a guardare serie tv in angusti bilocali, mangiando sushi che non possiamo permetterci e evitando l’ennesima telefonata preoccupata di mamma che ci chiede quand’è che troveremo il nostro posto nel mondo?
Recensione di Gabriele Proglio a «Black Fire» (a cura di Anna Curcio, DeriveApprodi 2020).
Come ogni raccolta, anche Black Fire – a cura di Anna Curcio (collana Input, Derive Approdi 2020), può essere letta in molteplici prospettive. La prima, forse la più immediata, segue la traiettoria storica dei neri nelle Americhe, dalle resistenze alla schiavitù fino alle proteste siglate Black Lives Matter. Curcio, nelle pagine introduttive, riflette proprio sull’urgenza di «cogliere la profondità storica» delle rivolte nere, sullo smarcarsi dalla proposta mainstream delle insorgenze come mero epifenomeno, «come reazione o effetto per la morte di un afroamericano per mano di un poliziotto bianco».