Per una critica dell'innovazione capitalistica. Scienza e tecnica tra storia, funzioni politiche e soggettività

La sezione formazione di Commonware lancia un cantiere di ragionamento sul tema della tecnica e della scienza prima del capitalismo e con il capitalismo. Si tratta di tematiche importanti e spesso poco esplorate da un punto di vista politicamente antagonista. Ecco perché ci sembra opportuno che una sezione che vuole produrre contro-formazione si dedichi a un simile approfondimento per comprendere, ma soprattutto per rompere, con il presente. Si tratta infatti di portare avanti una critica del progresso democratico del capitale, un progresso che, in nome dei processi di innovazione tecnologica, afferma di arricchire le capacità umane, ma si limita solo a potenziarne gli aspetti produttivi impoverendo gli altri. L’innovazione è sempre stata d’altra parte l’arma del capitale per eccellenza, una modalità latente di neutralizzazione dei conflitti e delle lotte, un mezzo di valorizzazione in direzione capitalistica della politicità intrinseca che caratterizza soggettività e comportamenti sociali. Al punto che il contrario di rivoluzione è innovazione più che conservazione. Ma se la tecnica e l’innovazione sono così importanti per il capitale, in quanto strumenti di mantenimento di certi rapporti di forza, sarà allora importante anche per noi capirne i processi storici per arrivare all’oggi.
Il cantiere sarà costituito quindi dall’uscita di una serie di pezzi originali intervallati da estratti di testi rilevanti rispetto al tema di cui si ragiona.
L’intento iniziale è quello di analizzare il rapporto tra tecnica e uomo prima della nascita del capitalismo, cioè quel sistema sociale che ha intrecciato inscindibilmente macchina tecnica e macchina sociale in un rapporto di dominio e sfruttamento. Si proverà a fare ciò attraverso una duplice prospettiva, storica e filosofica, con l’obiettivo di capire cosa vuol dire scienza prima del capitale e quali sono i processi che portano alla tecnica del capitale.
La parte centrale del cantiere sarà dedicata, attraverso una prospettiva sociologica e politica, ad approfondire il rapporto tra tecnica, scienza e capitale. Cosa significa che nel capitale la scienza diventa tecnica? Che ruolo ha quest’ultima all’interno dei rapporti di forza antagonistici? Cosa significa dire che scienza e tecnica non sono elementi neutrali nel panorama geopolitico globale? Qual è la funzione politica della tecnica nel capitale (accumulazione di dominio, riorganizzazione del lavoro)?
Che rapporto c’è tra innovazione tecnologica, macchine e soggettività umana? Quale impatto ha la tecnica sulle soggettività in termini di impoverimento e potenziamento?
L’ultima parte del cantiere sarà invece legata al presente, si tratterà di tirare le fila di quanto approfondito in precedenza provando a interrogare il contesto odierno, caratterizzato da una crisi non solo sanitaria ma anche politica, sociale ed economica, dove il discorso scientifico – sinonimo di progresso e innovazione – cerca, con sempre più difficoltà, di farsi elemento di unificazione e simbolo di interesse generale. La scienza invece è un attore schierato, non è dotata di neutralità, proprio perché è la scienza del capitale.
Obiettivo del cantiere non è allora quello di produrre materiali che vivano per il tempo della loro pubblicazione, ma quello di dotarsi di strumenti e prospettive prima non considerate per costruire insieme le chiavi di lettura e di azione nel presente.