«Costringere alla docilità la mano ribelle del lavoro»: il ruolo delle macchine nella rivoluzione industriale
In questo articolo Marco Duò cerca di dimostrare come il potere delle macchine nella società capitalista derivi dal bisogno delle classi dominanti di integrare il proletariato in un processo produttivo automatico. Vedremo come la questione tecnica riguardante ritmi, rendimento e ingegneria meccanica si rovesci immediatamente in questione politica. Esplorando le convergenti intuizioni di Ure e di Panzieri sull’uso capitalistico delle macchine, l’autore esamina poi la tendenza all’espansione industriale attraverso la lente della ricomposizione di classe. Nella fase storica in questione, infatti, la borghesia cerca di strappare l’operaio dalla produzione domestica per renderlo adatto ai nuovi cicli del sistema-fabbrica. In questa ricostruzione, non sono le invenzioni tecnologiche in sé a guidare lo sviluppo economico, ma, piuttosto, il ruolo che queste svolgono nella lotta di classe, e quindi non solo la loro capacità di incrementare i margini di profitto, ma anche la loro funzione disciplinare