Guido Bianchini

La classe operaia emiliana di fronte al problema dell’organizzazione

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di Guido Bianchini
​​​​​​​In questo scritto – rielaborazione di Guido Bianchini a un documento molto più esteso presentato all'interno del dibattito sull'organizzazione in Potere Operaio dopo l’autunno caldo del 1969 – gli operaisti di Modena e Ferrara analizzavano a fondo il “modello emiliano” di sviluppo, una particolare via di modernizzazione capitalistica “controllata” e “armoniosa” gestita dalle sinistre e differente da quella avvenuta tumultuosamente a Torino, Milano o Porto Marghera negli anni Cinquanta e Sessanta, centro del ciclo di lotte dell’operaio-massa. 

Tecnologia e organizzazione di classe

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di Guido Bianchini in «Quaderni del progetto», n.1, 1974
Operai e macchine, composizione di classe e tecnologia, lotte e innovazione capitalistica: i due termini sono sempre inscindibili, da osservare nel loro reciproco rapporto. L’estratto che proponiamo, prima parte di Tecnologia e organizzazione di classe di Guido Bianchini, pubblicato nel 1974, è prezioso per mettere a fuoco questa relazione nel processo storico-politico del Novecento, soprattutto dal punto di vista dell’organizzazione di classe: mostra, infatti, come la vicenda politica della catena di montaggio fordista nasca dalla necessità capitalistica di spezzare la forza del ciclo di lotte di classe internazionali del 1917-1921, incentrata sulla capacità dell’operaio professionale di gestire e comandare l’intero processo industriale.